Menu principale:
Ambiente
Pubblicato il 2 maggio 2008
LE "CASELLE" DELLA VALLE STERIA (1)(2)
.....Il paesaggio rurale della nostra regione è improntato da un elemento che emerge con prepotenza sotto aspetti e forme diverse, naturale o foggiato dall'uomo, ma comunque sempre fortemente caratterizzante: la pietra. È una componente sostanziale, una quintessenza della natura ligure, dalla quale i suoi abitanti non hanno mai potuto prescindere e che, anzi, essi hanno saputo tramutare in risorsa primaria. È sufficiente addentrarsi nelle campagne o nei vecchi borghi per scoprire quali e quanti impieghi ne hanno fatto. I muri di sostegno dei terrazzamenti coltivati, le pavimentazioni delle strade campestri e le costruzioni rurali ne sono le espressioni più evidenti.
.....Ma vi sono altri elementi del paesaggio agrario locale, meno esposti all'attenzione del visitatore che spesso ne percorre soltanto gli itinerari principali e pertanto meno conosciuti, che pure ne sono stati delle componenti tutt'altro che marginali, per l'importanza delle funzioni alle quali hanno assolto per lungo tempo. Tali sono le "casélle", costruzioni particolari in pietra a secco presenti con forme analoghe in gran parte dell'area mediterranea, utilizzate correntemente nei tempi andati in ambito rurale per il ricovero temporaneo di persone e animali e per il deposito degli attrezzi.
.....In Liguria se ne trovano numerosi esemplari disseminati nell'intero arco della regione. Nella parlata locale esse vengono definite in modi differenti: nella Valle Steria e in gran parte del Ponente sono chiamate casélle, ma in alcuni luoghi sono dette anche casìn o casétte, nel Dianese bàreghi, nell'Imperiese supénne, nel Finale e nello Spezzino rispettivamente cabanéi e cavanéi.
.....Nella Valle Steria le casélle si trovano sparse su tutto il territorio, ma in alcune zone, ubicate nella parte media e alta della valle e contraddistinte da particolari caratteristiche morfologiche e ambientali, ve ne sono delle concentrazioni piuttosto consistenti. La diffusione di questo tipo di manufatti qui è da mettere in relazione all'attività agricola, contrariamente alle altre realtà liguri e mediterranee, dove invece essa è legata prevalentemente all'attività pastorale e alla transumanza.
.....Un censimento delle casélle della valle, peraltro incompleto perché in molti casi esse oggi sono ridotte a mucchi di pietre celati da cespugli di rovo impenetrabili, ha permesso di individuarne oltre 250, delle quali quasi un terzo sufficientemente integre e agibili.
.....La forma e le dimensioni di queste costruzioni sono quelle dettate dalle necessità che derivano dall'ubicazione e dalle esigenze colturali del sito. Generalmente hanno la pianta circolare, ma ve ne sono anche a pianta ellittica, quadrangolare, absidata e, in qualche raro caso, a sviluppo irregolare. Esternamente hanno forma tronco-conica più o meno rastremata; in rari casi hanno il profilo gradonato o cupoliforme. L'apertura di accesso può avere fogge diverse, ma il più delle volte è semplice e architravato o architravato con sopraluce; il sopraluce però in questo caso non è preposto all'illuminazione o all'aerazione dell'interno, ma piuttosto all'alleggerimento del carico che altrimenti graverebbe sull'architrave, costituito da un monolito di roccia locale, che ha notoriamente una resistenza meccanica relativa; tale funzione è evidenziata dal fatto che spesso il sopraluce è cieco, ovvero chiuso con una muratura in pietra più sottile e leggera. La volta interna è sempre a pseudocupola, realizzata con filari di pietre aggettanti verso l'interno e terminanti in alto in un foro chiuso superiormente da una lastra, che all'occorrenza può essere rimossa per dare luogo a una corrente d'aria ascensionale, utile ad esempio se vi si accende un fuoco. La tecnica di costruzione è quella tipica della muratura "a sacco", costituita da due paramenti esterni realizzati con la tecnica dei muri a secco realizzati con pietre rozzamente squadrate e il riempimento interno composto invece da pietre di scarto e scaglie.
.....Nella Valle Steria vi sono casélle a un livello e a due livelli. Le prime, più frequenti nelle coltivazioni prossime ai centri abitati e negli uliveti, spesso sono incassate parzialmente o totalmente nei muri di fascia; fino a un recente passato esse hanno assolto più che altro alla funzione di deposito degli attrezzi; soltanto in contingenze particolari, ad esempio in caso di intemperie improvvise, sono state utilizzate dai contadini come riparo occasionale. Quelle a due livelli, che nel dialetto locale sono dette caselùi (= caselloni), invece sono costruzioni di dimensioni decisamente maggiori e sono dotate di due accessi, uno per livello; quello superiore è raggiungibile tramite una scala esterna in pietra, oppure, nelle strutture aderenti o incassate nel muro di fascia, dal terrazzamento corrispondente. Lo spessore delle pareti alla base mediamente è superiore al metro e mezzo. La volta interna, in considerazione dell'altezza maggiorata, assume in questi casi la forma ogivale. Il solaio è costituito da un tavolato sorretto da travi di legno, sul quale veniva ammassato il fieno, che costituiva il foraggio degli animali da soma sistemati in basso e all'occorrenza il giaciglio per chi vi doveva pernottare. Questi ricoveri infatti si trovano nei siti coltivati più distanti e meno agevoli da raggiungere, dove nel pieno della stagione lavorativa si sostava la notte, per evitare il dispendio di tempo e di energie che il lungo trasferimento quotidiano, quasi sempre a piedi, avrebbe comportato.
Storia:
Un barbetto triorese
Il soggiorno dell'Imperatrice russa a Sanremo
La chiesa di Sant'Ambrogio in Alassio: dalla parrocchia alla collegiata
Arte:
Il "Caravaggio" di Conscente
Ambiente:
Le orchidee spontanee del Ponente Ligure
L'assetto vegetazionale e la flora spontanea di un angolo di Riviera
Varia:
Antichi pesi e misure in uso nel Ponente Ligure
.....Nella località Ina Sorba, un'area di intense coltivazioni ortive, seminative e di vigneti, ubicata sul versante occidentale della valle a una quota compresa tra i 380 e i 450 metri s.l.m., si trovano dei caselùi di dimensioni ragguardevoli. Qui si sono trovate le macerie di una costruzione a pianta circolare, col diametro interno di 5 metri e mezzo, lo spessore del muro alla base superiore ai 2 metri, e che, fatte le dovute proporzioni, si calcola dovesse avere un'altezza interna prossima ai 7 metri. A poche decine di metri di distanza da questa ve ne sono altre integre, tra le quali una a pianta circolare del diametro interno di metri 3,90 e l'altezza interna di metri 5,33. Questa e le altre casélle di dimensioni di poco inferiori che si trovano nelle circostanze, hanno tutte il profilo esterno rastremato, la copertura piana o a cono fortemente svasato e internamente sono disposte su due livelli.
.....Altre casélle ben conservate si trovano sparse nella parte superiore della valle, oppure raggruppate in discrete concentrazioni anche nelle località Erbaréa, Bestagno e nei prati ai piedi del Monte Ceresa. L'ultima è una zona dove in passato a primavera inoltrata e a fine estate si facevano ricche raccolte del fieno; qui le casélle sono generalmente a un piano, ma hanno dimensioni superiori a quelle di altre zone, perché, per la distanza dai centri abitati, secondo le testimonianze degli anziani del luogo in ognuna di esse pernottavano fino a 10 o 12 persone. Le località Erbaréa e Bestagno invece sono dei pianori fertili e ricchi d'acqua, da sempre intensamente coltivati; immediatamente a ridosso del primo si trovano anche i ruderi di un gruppo di manufatti a pianta ellissoidale, di dimensioni più contenute ma di estremo interesse, perché nel giugno del 1932 il prof. Zambelli ha rinvenuto nel terriccio del loro pavimento dei frammenti di fittili romani; lo studioso si è premurato di darne notizia alla Soprintendenza Archeologica della Liguria, ma la sua segnalazione purtroppo non ha avuto seguito.
.....Una specificità di questi manufatti, che in quelli delle di altre zone si trova con frequenza decisamente minore, è che essi spesso sono abbinati, con un collegamento interno tra di loro e un solo accesso esterno. Un'altra particolarità, che non manca di stupire, è il frequente impiego di monoliti di dimensioni considerevoli, inseriti solitamente nella base della muratura, ma talvolta posti a formare l'architrave che sovrasta l'accesso; ciò presuppone delle capacità ragguardevoli, una vera specializzazione dei nostri antecessori, che con tali opere ci hanno lasciato delle testimonianze tangibili delle fatiche del loro vivere quotidiano.
.....Oggi esse sono elementi del paesaggio agrario della nostra terra caduti in disuso e abbandonati, perché resi obsoleti dalle abitudini e dalle esigenze colturali moderne; rappresentano però un patrimonio di considerevole valenza storica, antropologica e paesaggistica da salvaguardare, per le indicazioni che se ne possono ricavare e per la forza espressiva arcaica e popolare della quale sono pregne.
......................... Giorgio Fedozzi
_____________
1. Questo lavoro è ricavato da una relazione presentata al Seminario internazionale "Dai pascoli alpini agli oliveti sul mare", in "Percours de pierres", Prelà-Borgomaro (IM), 27-28 luglio 2002.
2. La Valle Steria è una delle valli meno estese della Riviera Ligure di Ponente, che occupa la porzione più orientale della Provincia di Imperia, ha una superficie di circa 25 chilometri quadrati, la profondità di 8,2 chilometri e la larghezza inferiore ai 4 chilometri nel punto del suo massimo valore. La sua quota più elevata è rappresentata dalla vetta del monte Ceresa, posta a 912,5 metri s.l.m.. Nonostante l'intenso sviluppo turistico-residenziale degli ultimi decenni, che ne ha interessato principalmente l'area costiera, la valle conserva nella sua parte più interna numerose testimonianze di un passato che ha visto i suoi abitanti dedicare le loro forze e il loro tempo soprattutto al lavoro nei campi. A testimonianza dell'assidua e secolare lavorazione della terra oggi rimangono le fasce piane sorrette da muri in pietra a secco, che coprono i quattro quinti del suo territorio e che a loro volta sono impiantate per quasi il 60% a uliveto, la coltura egemone nel Ponente ligure.